La legge Levi-Prodi e la fine della Rete
Un post sul Blog di Beppe Grillo sta facendo il giro della rete: in molti blog che frequento i commentatori ne discutono animatamente, in tutti i forum che frequento vedo topic aperti al riguardo, apro la pagina de La Stampa e vedo articoli sugli sviluppi della faccenda.
L'accusa è pesante: governo liberticida.
Però a me non può (per via di alcune recenti vicende personali, su cui non sto a tediarvi) non cadere l'occhio su questa frase:
Ora, io non sono avvocato, ma Beppe Grillo sbaglia su questo punto: non c'è bisogno di una nuova legge, Il titolare di un blog o l'amministratore di un forum sono già penalmente responsabili per quello che ivi viene scritto, ai sensi dell'articolo 595 del Codice Penale.
La proposta di legge propone di associare al mezzo internet l'aggravante finora attribuita solo alla diffamazione a mezzo stampa... ma anche su questo, c'è un'ampia giurisprudenza che già corre in quella direzione.
Come spesso ho visto succedere, si fa confusione tra libertà di espressione (sacrosanta e inviolabile) e libertà di diffamazione (che non esiste, la diffamazione è anzi un reato contro l'onore punito dal Codice Penale).
Non c'è in Italia una vera coscienza di cosa realmente sia la diffamazione (io stesso non posso dire di avere le idee chiare, alcuni luoghi comuni e leggende metropolitane in merito me le ha sfatate un mio amico avvocato solo poche settimane fa) e un demagogo come Beppe Grillo non si lascia sfuggire l'occasione per marciarci sopra.
Di stupidi che dicono cavolate è pieno il mondo, ma quando si parla di uno come Beppe Grillo che stupido non mi sembra non posso fare a meno di chiedermi: lo fai apposta a fare disinformazione? E se si, a che scopo?
L'accusa è pesante: governo liberticida.
Però a me non può (per via di alcune recenti vicende personali, su cui non sto a tediarvi) non cadere l'occhio su questa frase:
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Ora, io non sono avvocato, ma Beppe Grillo sbaglia su questo punto: non c'è bisogno di una nuova legge, Il titolare di un blog o l'amministratore di un forum sono già penalmente responsabili per quello che ivi viene scritto, ai sensi dell'articolo 595 del Codice Penale.
La proposta di legge propone di associare al mezzo internet l'aggravante finora attribuita solo alla diffamazione a mezzo stampa... ma anche su questo, c'è un'ampia giurisprudenza che già corre in quella direzione.
Come spesso ho visto succedere, si fa confusione tra libertà di espressione (sacrosanta e inviolabile) e libertà di diffamazione (che non esiste, la diffamazione è anzi un reato contro l'onore punito dal Codice Penale).
Non c'è in Italia una vera coscienza di cosa realmente sia la diffamazione (io stesso non posso dire di avere le idee chiare, alcuni luoghi comuni e leggende metropolitane in merito me le ha sfatate un mio amico avvocato solo poche settimane fa) e un demagogo come Beppe Grillo non si lascia sfuggire l'occasione per marciarci sopra.
Di stupidi che dicono cavolate è pieno il mondo, ma quando si parla di uno come Beppe Grillo che stupido non mi sembra non posso fare a meno di chiedermi: lo fai apposta a fare disinformazione? E se si, a che scopo?
Commenti
davide spiegami meglio sta faccenda!
Però il tam-tam telematico ha insistito molto sull'aspetto della responsabilità in caso di diffamazione, cosa che io so per certo già c'è: se io pubblico un post diffamatorio sono passibile di querela, e se qualcuno commenta in maniera diffamatoria io come titolare del blog ho il dovere di moderare il suo commento, diversamente sono passibile di querela al pari di chi ha commentato.
La diffamazione è un reato misconosciuto (l'errore più comune è difendersi sostenendo la linea del "ma non è diffamazione, quello che ho detto è tutto vero!") ma nondimeno previsto dal Codice Penale, qui invece se ne parla come se fosse una novità della scorsa settimana.
Però l'idea del Registro è assolutamente ridicola (e per questo, spero vivamente che se la rimangino).
Cavalcando la demagogia (come in passato hanno fatto anche altri) si dicono cose sacrosante ma con doppi fini...
E' un peccato che nessuno pensi mai di vendere dicendo cose vere: personalmente sarei molto più propenso a spendere così i miei soldi.
Qualcuno diceva che la verità è solo per chi non ha abbastanza fantasia... bah!