Quanto le devo?

Lavoro nel mondo degli acquisti. Una professionalità di cui in pochi sentono parlare, e che in passato è stata spesso sottomessa al settore commerciale, vero cuore pompante di un'azienda moderna. Solo che ora in molti ambiti l'ingegnerizzazione dei prodotti ha raggiunto o sta per raggiungere il suo limite, anche il commerciale più bravo è impotente di fronte alla forza della spietata concorrenza portata dal libero mercato, i lavoratori non si fanno più prendere per la gola... e così, una buona parte dell'utile di una azienda dipende da quanto riesce a comprare bene quello che, dopo averlo lavorato, rivenderà ai clienti.

In questo post vorrei parlare di una cosa che ho recentemente scoperto sull'argomento: tra i vari aspetti di un contratto d'acquisto, quello più universalmente evidente è costituito dal PREZZO con cui il bene o servizio vengono acquistati. Tale prezzo può invariabilmente essere classificato in una delle seguenti categorie:

- prezzo stabilito dal mercato: se cerco una penna per prendere appunti, mi guardo attorno e trovo almeno 10 persone disposte a (in realtà desiderose di) vendermi penne per prendere appunti. In queste condizioni il prezzo sarà più o meno livellato su quello che è il valore reale della penna suddetta con un piccolo margine di guadagno per il commerciante. La situazione oggettivamente migliore.
- prezzo stabilito dal cliente: più tipico dei servizi che dei beni. Se devo far fare un lavoro di muratura, e sono il cliente più importante di quella particolare impresa, posso dirgli "fammi quel lavoro e te lo pago tot" con notevoli probabilità di vedermi accettata la richiesta. Poichè la sopravvivenza di quel fornitore dipende dal lavoro che io gli dò ho potere di fare e disfare a mio piacimento. Casi come questo sono meno rari di quando si penserebbe.
- prezzo stabilito dal fornitore: Se decido che le consulenze legali saranno affidate ad un ben preciso Studio di fiducia in quanto il più abile e competente, quel medesimo Studio potrà praticarmi le tariffe che più gli aggradano poichè la scelta non dipende più dal prezzo. Una vera manna per chi riesce a mettersi in questa posizione, un vero disastro per chi fa il mio lavoro.

A chi dovesse capitare in una posizione simile alla mia consiglio vivamente di tenere a mente questa classificazione, insieme alle due regole che sto per enunciare: la prima, il potere di fare acquisti del terzo tipo è una sorta di benefit che la Direzione concede ad alcuni settori, secondo dinamiche che tutt'ora mi sfuggono. La seconda, mentre il primo tipo di acquisto è grossomodo stabile, il secondo necessariamente ha vita breve, il terzo può se siete bravi tendere a trasformarsi nel secondo... cogliere questi mutamenti e cavalcarli non è facile, ma è uno dei segreti del buyer moderno - oltre che una cosa che dà non poca soddisfazione, devo ammettere.

Commenti

Anonimo ha detto…
Quindi sei un buyer che riesce a cavalcare l'onda?? Uauuuuuhhhhh ;))
Davide ha detto…
Se ci riesco te lo dico tra un annetto, mi sa... per adesso posso solo dire che ci sto provando ;)
Anonimo ha detto…
beh, se questa mansione ti piace davvero hai buone probabilità di farcela e di far carriera, rispetto chi lo fa solo per lavorare 8 ore e basta.
auguri allora :))
Anonimo ha detto…
Non posso telefonarti per chiederti consiglio quando mi capita... Ciao Giulia
Davide ha detto…
Se ne può parlare, Giulia... purchè anch'io possa fare altrettanto ^^
Anonimo ha detto…
Sarà che ho fatto economia, ma....
Anonimo ha detto…
Sarà che ho fatto economia, ma....
Davide ha detto…
"ma..." ???
cosa?

Ciao, Giovane Cek, e grazie per la visita!

Post più popolari